Jon Bon Jovi è stato premiato per la sua musica e opere di carità (la JBJ Soul Foundation, il contributo al Project Home a Philadelphia, la JBJ Soul Kitchen) col Marian Anderson Award 2014 il 18 Novembre al Kimmel Center di Philadelphia.
La serata di gala per la consegna del premio è stata presentata dalla comica Wanda Sykes ed è stata caratterizzata dalle performance musicali di Estelle, All-American Rejects e Jon Batiste. Estelle ha eseguito una sua versione del classico dei Bon Jovi “Livin’ on a Prayer“.
Al gala Jon è stato accompagnato dalla moglie Dorothea, attivamente impegnata nei progetti della JBJ Soul Foundation. Inoltre hanno partecipato alla serata il Senatore Cory Booker e la sorella suor Mary Scullion, che ha lavorato con la JBJSF.
Il lavoro di Jon con la Jon Bon Jovi Soul Foundation a Philadelphia include il supporto al Project HOME, alla Covenant House e all’ Angelo Network, l’organizzazione filantropica fondata dalla vincitrice del Marian Anderson Award 2003, Oprah Winfrey. La filantropia di Jon Bon Jovi per il Jersey Shore include una donazione di 125 mila dollari per il Sea Bright Fire Department dopo l’uragano Sandy e una donazione di 1 milione di dollari per il New Jersey Hurricane Sandy Relief Fund.
Il premio prende il nome da Marian Anderson, contralto afro-americano e diplomata alla South Philadelphia High School, che è stato celebrata come una cantante di musica classica e spirituals, e che quando si è scontrata con l’intolleranza razziale, con grazia ha combattuto per la giustizia sociale.
Dicendo che non ha mai dovuto affrontare le lotte che la Anderson ha sopportato, Jon Bon Jovi ha osservato: “Sono nato, infatti, nella periferia del New Jersey nel 1962.” A proposito della JBJSF ha detto: “Non potevamo davvero immaginarci le vite che avrebbe toccato o l’impatto che avrebbe avuto. E’ la convinzione condivisa nella dignità di base dell’animo umano e di come, con un po’ di speranza e di opportunità, le persone provenienti da tutti i ceti sociali abbiano il potenziale per aspirare alla grandezza e, lungo la strada, ispirare gli altri“. E ha esortato la folla: “Cerchiamo di trarre ispirazione da quelli che ci sono stati prima di noi a fare il lavoro che siamo chiamati a fare“.
Nina C. Tinari, presidente del consiglio di amministrazione del Marian Anderson Award, ha dichiarato: “Jon Bon Jovi esemplifica lo spirito del Marian Anderson Award, che è quello di onorare un artista la cui leadership porti benefici all’umanità. Siamo onorati di presentarlo con questo premio come riconoscimento per i suoi numerosi contributi filantropici, in particolare quelli qui a Philadelphia“.
Ha detto inoltre: “Si tratta di una serata così speciale perché il Marian Anderson Gala Award è la sola notte dell’anno a Philadelphia in cui si celebra la capacità unica dell’artista di cambiare il mondo“. Ha poi aggiunto: “Questo evento ci permette di celebrare lo spirito e le realizzazioni di Marian Anderson e soddisfare le sue intenzioni di sostenere i giovani, artisti di talento, come Sean Bennett (violinista di 18 anni di Philadelphia, destinatario del Premio Young Artist Study Grant, che la scorsa estate ha partecipato al conosciutissimo Interlochen Summer Arts Camp), in modo che lui e altri come lui otterrà le istruzioni necessarie per raggiungere il loro pieno potenziale“.
Al momento della premiazione, Jon è stato presentato con un video, seguito da un suo discorso del quale vi riportiamo la traduzione di alcune parti.
“Sono profondamente onorato di essere qui stasera per accettare questo premio. Lo faccio pienamente consapevole del patrimonio ricco e potente di questo onore e le molte figure iconiche che sono state qui prima di me. Ognuno dei destinatari del Marian Anderson Award ha dato un grande contributo alle arti, naturalmente – ma tutti loro hanno usato i loro doni per cercare il cambiamento nella nostra società e nella cultura. Marian Anderson, la Dr.ssa Maya Angelou, Harry Belafonte, Sidney Poitier – questi grandi uomini e donne, erano tutti benedetti con enormi doti artistiche ed erano tutti i modelli di comportamento nel vero senso della parola. Anche se sono stati riconosciuti per i loro doni – noi li celebriamo per le loro azioni.”
“Anche se il mio viaggio è stato molto diverso da quelli che sono passati per il Marian Anderson e coloro che hanno ricevuto questo onore – forse è la nostra esperienza umana condivisa che ci ha portato a questa conclusione comune. E questa conclusione è semplicemente questa: siamo tutti inestricabilmente legati insieme. Siamo interdipendenti.”
“Nessuno di noi raggiunge obiettivi nella vita solo grazie ai propri sforzi – le arti sono la definizione stessa di interdipendenza.”
“Questo riconoscimento della nostra interdipendenza è stata impartito dai miei genitori e da un modello di comportamento iniziale nella mia vita – Un vicino di casa che avevo crescendo Si chiamava Al Parinello. Era un marito, un padre e un chitarrista. Grazie alla sua gentilezza e interesse per me, sono stato in grado di prendere una chitarra acustica rotta nella sua cantina e imparare a suonare una canzone. La sua fede in me, insieme con gli occasionale ‘calci nel mio culo’ quando io non mi esercitavo, è stata la prima scintilla di quella che sarebbe divenuta la mia carriera.”
“Al non doveva fare quello che ha fatto. Non l’ha fatto per la gloria, o la fama o la ricchezza. Egli semplicemente amava la musica e il suo cuore generoso gli ha detto di condividere questa passione con gli altri. E’ morto nel 1995 e da allora ho le iniziali di Al scolpite nella mia chitarra, per ricordare che UN DONO E’ FATTO PER ESSERE CONDIVISO.”
“I am deeply humbled to be here tonight to accept this award. I do so fully aware of the rich and powerful legacy of this honor and the many iconic figures who have stood here before me. Each of the recipients of the Marian Anderson Award made great contributions to the arts, of course – but they used their GIFTS to seek change in our society and culture. Marian Anderson, Dr. Maya Angelou, Harry Belafonte, Sidney Poitier – these great men and women were all blessed with tremendous artistic gifts and were all role models in the truest sense of the word. Although they were recognized for their gifts – – we celebrate them for their actions.”
“Even though my journey has been vastly different than those traveled by Marian Anderson and others who have received this honor – perhaps it is our shared human experience that has led us to this common conclusion. And that conclusion is simply this: we are all inextricably bound together. We are interdependent.”
“None of us achieve in life solely due to our own efforts – the arts are the very definition of interdependence.”
“That recognition of our interdependence was imparted to me by my parents and an early role model in my life — a neighbor that I had growing up. His name was Al Parinello. He was a husband, a father and a guitar player. Thanks to his kindness and interest in me, I was able to take a broken acoustic guitar to his basement and learn to play a song. His faith in me, along with the occasional ‘kick in my butt’ when I wouldn’t practice, was the first spark in what eventually became my career.”
“Al didn’t have to do what he did. He wasn’t in it for the glory, or the fame, or the riches. He simply loved music and his generous heart told him to share that passion with others. He passed in 1995 and to this day I have Al’s initials carved into my guitar as a reminder that A GIFT IS MEANT TO BE SHARED.”
Di seguito, tre articoli sulla serata di gala svoltasi, pubblicati da giornali diversi e riportati sul sito ufficiale dei Bon Jovi: